Verificare che l’ingranaggio dei denti sia corretto è uno di quei controlli che si fa più spesso dopo un’otturazione, una sigillatura o nel corso della visita per la diagnosi ortodontica. L’occlusione è la relazione, o l’ingranaggio, con cui si affrontano tra di loro le arcate dentarie.Diverse strutture sono coinvolte: i denti, che sono saldamente inseriti nell’osso mascellare superiore e nell’osso mandibolare inferiore; l’articolazione, che si chiama Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) e che consente, tra gli altri, i movimenti di masticazione e di deglutizione. La mandibola, che è la parte ossea mobile dell’apparato stomatognatico, è sospesa nel vuoto ed è collegata al cranio grazie all’ATM ed ai muscoli relativi.Il condilo è la parte della mandibola che si collega al cranio nell’articolazione; si innesta nella fossa articolare che si trova subito davanti alle orecchie, a livello del meato acustico esterno. Se la masticazione avviene in modo corretto e bilanciato, i movimenti del condilo avvengono all’interno della corrispondente fossa articolare, in maniera simmetrica; di conseguenza le funzioni masticatorie si esercitano in maniera fisiologica senza sforzi o dolore.
La masticazione
Quando un ortodontista parla di masticazione, egli considera due aspetti che sono entrambi diversi da quello che le persone estranee al settore intendono con quel termine. La gente comune, pensando alla masticazione, si riferisce all’atto di masticare il cibo. I dentisti invece, in forza della loro deformazione professionale, riferendosi alla masticazione, devono pensare in maniera più complessa, a ben due livelli : quello strutturale e quello funzionale. Quello strutturale è statico ed è dato dalla relazione anatomica (o ingranaggio) dei denti tra di loro; quello funzionale consiste nei movimenti masticatori e dei complessi meccanismi neuromuscolari che li controllano.La masticazione è un fenomeno dinamico, che coinvolge la lingua e tutti i muscoli (decine) del sistema stomatognatico; ha diversi movimenti e funzioni. In sintesi la masticazione non è solo un lavoro di una pressa che tritura il cibo con movimento di “apri e chiudi”.
La parte strutturale del sistema stomatognatico guida i movimenti masticatori e li stabilizza. Se i denti sono correttamente allineati sulle arcate dentarie, i movimenti masticatori saranno coordinati e bilanciati, se i denti sono disallineati, potrebbero esserci movimenti scoordinati e sbilancianti che nel breve, medio o lungo termine che potrebbero portare a disfunzioni con conseguenti dolori articolari o tensioni muscolari.Attraverso l’osservazione dei movimenti della mandibola e controllando l’intercuspidazione (ingranaggio) dei denti, gli ortodontisti possono osservare le condizioni del sistema a riposo, compresa l’articolazione (ATM) ed il sistema neuromuscolare e riscontrare eventuali asimmetrie o contratture.
Quando l’occlusione è sbilanciata, ci possono essere tensioni muscolari o altri problemi; il sistema neuromuscolare nel caso di problemi, di “ostacoli” o impedimenti rispetto alla normale funzione, di solito mette in atto comportamenti adattivi, che comportano un lavoro aggiuntivo a cui consegue affaticamento. Da qui spesso dolori e disfunzioni varie. L’ostacolo o problema, può essere provocato dai singoli denti (estrazioni, ricostruzioni scorrette o da spostamenti dei denti dalla loro posizione equilibrata) oppure è a carico delle intere arcate (disallineamenti che condizionano tutta l’occlusione con graduali movimenti adattivi). Questa disfunzione può provocare dolore all’articolazione, perché essa sarà stressata dallo sforzo incongruo e nel tempo, dall’usura inusuale. Questo processo a carico dell’articolazione può essere lento, senza che ci sia un’immediata percezione del problema, perché il dolore, insorgendo in maniera lenta e graduale, non viene considerato come una cosa seria. Lo stesso adattamento progressivo avviene a carico del sistema neuromuscolare coinvolto dalla stessa malocclusione.
L’ortodonzia si occupa di tutto questo, oltre che dello sviluppo, della crescita e della funzione masticatoria in tutte le sue parti. Per comodità distinguiamo questo sistema in porzione scheletrica, dentale e funzionale.
Un trattamento ortodontico può essere eseguito anche in età adulta, non esiste un limite di età entro il quale è possibile eseguire una terapia ortodontica. Bisogna considerare che esistono comunque limiti a ciò che si può correggere con gli apparecchi ortodontici; alcuni di questi limiti si possono superare, avvalendosi delle tecniche combinate di chirurgia e ortodonzia. In ogni caso, la valutazione va fatta su base individuale dallo Specialista in ortodonzia, caso per caso.
Intervenire precocemente, entro determinati limiti, consente di adattare la crescita della struttura ossea, quando è scorretta e di guidare la direzione dell’eruzione dei denti. La percezione di “fastidio” in presenza di apparecchiatura ortodontica che il paziente avverte in età adolescenziale è talvolta minore che in età adulta. Tuttavia in caso di ortodonzia nell’adulto, sono disponibili numerose nuove tecniche che possono ridurre il fastidio durante la terapia.
La contenzione che segue la terapia attiva è un apparecchio, ma è anche un sistema che serve a consolidare i risultati raggiunti. A volte si avvale di dispositivi fissi, a volte questi sono mobili ed a volte ci si avvale di un sistema combinato di terapia miofunzionale associata ad apparecchiatura fissa e mobile.
La contenzione è importante tanto quanto il trattamento, perché impedisce a eventuali forze residue o a memorie elastiche dei tessuti, di perdere tutto o parte del risultato raggiunto. I movimenti ossei e dentali provocati dalla terapia ortodontica, coinvolgono forze muscolari, che devono essere sempre considerate ed utilizzate in maniera sinergica e durante la fase di contenzione devono essere controllate.
Eseguire i trattamenti ortodontici in giovane età consente di arrivare all’età adulta, provvisti di una masticazione corretta, bilanciata e di un sorriso equilibrato con una corretta armonia facciale.
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